Profilattico e AIDS
AFRICA, AIDS E PROFILATTICO
Scusateci se non abbiamo potuto rispondere prima, ma in questi ultimi giorni siamo stati troppo impegnati.
Detto ciò, vi volevamo sinceramente ringraziare per la domanda e per averci offerto la possibilità di chiarire meglio alcune nostre considerazioni, che già in parte comunque abbiamo accennato negli scorsi incontri. Ci fa sempre piacere incontrare persone che si pongono e pongono domande che possono essere utili a conoscere meglio le cose. Questo è il migliore modo per sfruttare questo spazio (forum) che può essere appunto dedicato ad approfondimenti.
Per evidenziare la parte dell'intervista fatta dalle Iene a Suor Maria a cui si fa riferimento, abbiamo qui di seguito riportato la trascrizione:
Giulio Golia: (in Congo) fate informazione sessuale?
Suora: si, c'è una suora che insegna come si devono proteggere.
Golia: e come si devono proteggere?
Suora: non si devono dare al primo appello di un uomo.
. . .
Golia: in Italia proteggersi significa usare il preservativo.
Suora: no, no.
…
Suora: (no preservativo) perchè non è volontà di Dio.
Golia: e perchè?
Suora: perchè fai l'atto,ma non fai venire la creatura. E' solo per un piacere
Golia: ma a parte l'AIDS, le ragazze fanno figli a 13 anni, non sarebbe meglio che qualcuno gli insegnasse come fare?
Suora: c'è l'esempio di Ogino, che è permesso dalla chiesa.
Golia: mi spieghi meglio. Cos'è il metodo Ogino?
Suora: astenersi.
Golia: non si devono avere rapporti nel periodo in cui la donna è potenzialmente fertile.
Suora: è questo.
Golia: e il problema dell'AIDS come lo affrontate?
Suora: viene educata la mamma ad accettare la malattia … e mettersi in cura...
Golia: ci sta dicendo (che) se uno prende l'AIDS, pazienza, l'importante (è) che non usi il preservativo.
Suora: questa è una cosa mia, perché è contro la chiesa . . .
. . .
Golia: com'è possibile che in Congo l'AIDS si continua a vivere come una malattia quasi trascurabile e non ci si preoccupi del controllo delle nascite, di quanti continuano a morire appena adulti, facendo figli che non riescono a sfamare?
. . .
Golia: lei, guardandomi negli occhi, lo dice a queste mamme di programmare?
Suora: avendo molti figli, i bambini non sono curati, non possono mangiare e sono più predisposti a tante malattie.
Golia: diciamo che la suora, può dire determinate cose, ma non può sponsorizzare il preservativo perché il Papa non “gradisce”.
Suora: esatto. Ma penso che vista la situazione di questa malattia, anche il Papa arrivato a questo punto vediamo che è necessario che si faccia così.
Golia: e brava suor Maria. Forse ieri (prima parte dell'intervista) non poteva essere troppo rivoluzionaria, ma per una come lei, impegnata da 54 anni a seguire queste donne, le risposte alle necessità concrete di tutti i giorni son ben diverse da quelle che il Congo lo osserva da lontano.
. . .
Andiamo a noi.
La domanda per noi è: “Che mi dite?”.
Per provare ad essere chiari e a soddisfare la domanda occorre però scendere un po' più in profondità nell'argomento e per questo vi chiediamo di avere un po' di pazienza e di perdonarci se magari saremo un po' lunghi nella risposta, ma lo riteniamo doveroso in casi come questo in cui si toccano ambiti molto delicati e complessi.
Premesso che il video, come spesso accade, è tagliato in più parti e poi montato nel modo ritenuto più opportuno dal giornalista presumibilmente per ragioni televisive e tecniche che però non ci danno la possibilità di conoscere il contenuto intero e fedele dell'intervista, volendo entrare nel vivo della questione, diciamo che secondo noi ci sono diverse cose che non vanno in questa intervista:
1) Innanzi tutto Giulio Golia conclude affermando che chi tratta teoricamente di queste cose lo fa osservando l'Africa da lontano.
Questa crediamo che sia già una valutazione scorretta. Vi proporremo di seguito alcuni studi e interviste che hanno come protagonisti proprio persone e uomini di scienza che crediamo proprio conoscono l'Africa da vicino meglio di Golia.
Nel nostro piccolo anche noi siamo stati in Africa e abbiamo avuto modo di conoscere da vicino la realtà di cui si parla nell'intervista, seppur in minima parte. Siamo stati, infatti, in Tanzania ospitati nella missione di Migoli dove un sacerdote della diocesi di Catania, per prendersi cura con tanta dedizione e amore di moltissimi africani, ha anche realizzato un orfanotrofio che ospita decine di bambini abbandonati e contagiati dall'HIV. Ci siamo stati accanto e abbiamo visto quanto la chiesa ha a cuore questa spiacevole realtà. Noi abbiamo trascorso un brevissimo periodo lì, possiamo dire di avere appena assaggiato l'Africa, ma ti assicuriamo che le cose viste da qui sono molto diverse, quasi inimmaginabili. Lì c'è un modo di fare e di pensare per molti aspetti diverso dal nostro. E' realmente un altro mondo e solo se lo tocchi puoi cominciare a capire veramente qualcosa. Tanti contrasti, paradossi, tante problematiche teoricamente semplici, ma “misteriosamente” irrisolvibili o per meglio dire che “qualcuno” (interessi e potenze economiche) sembra proprio che voglia mantenere. Così già nella nostra piccolissima esperienza abbiamo percepito che spesso l'esportazione della nostra cultura, cosiddetta occidentale, non porta i buoni risultati immaginati. Senza entrare nel merito di queste cose , che sono per certi versi un'altra storia ( e per le quali occorrerebbe troppo tempo), possiamo dire che occorre stare attenti all'atteggiamento globalizzante che tende a fare “di tutta un'erba un fascio”, di un mondo ricco di diversità un “povero paesino monotono e monoculturale”.
2) Sembra proprio che nell'intervista, inoltre, si vogliono intrecciare due problematiche: quello della regolazione della fertilità e quello della diffusione dell'AIDS.
Sono due questioni che in Africa sono particolarmente rilevanti, che sono legate entrambe alla sfera sessuale, ma che non dipendono l'una dall'altra e che non possono essere argomentate come unica cosa. Nell'intervista Golia passa da una questione all'altra come se si stesse parlando della stessa cosa e questo a noi sembra essere fatto di proposito forse proprio per sponsorizzare tout court l'uso del profilattico, che secondo lui è la soluzione perfetta ad entrambi i problemi.
3) Se vi ricordate, quando abbiamo cominciato a parlare di sessualità nei nostri incontri abbiamo premesso che, nostro malgrado, anche molti buoni fedeli cristiani non conoscono bene alcuni ambiti legati proprio alla sessualità e questo spesso comporta l'essere poco consapevoli di alcune scelte, l'essere poco chiari e convincenti nell'esporre le proprie ragioni o addirittura, peggio ancora, il mettere in atto alcuni errori nella vita pratica.
Questo, dall'intervista, a noi sembra essere il caso di suor Maria che, al contrario di come conclude Giulio Golia, secondo noi non “predica bene”. E' certamente una donna che sta facendo tanto bene in Africa, che sta spendendo tutta la sua vita per i bisognosi, ma che in merito alla questione sollevata non è aggiornata, dà un pessimo messaggio e non ha le idee molto chiare (da notare il repentino cambio di opinione sul preservativo da un giorno all'altro). Ecco perché ci sembra che Golia, che tra l'altro sembra ignorare anche le posizioni e le ragioni più basilari della Chiesa, abbia “giocato sporco” scegliendo di intervistare su quest'argomento una suora anziana che, magari proprio perché straimpegnata ad occuparsi di emergenze quotidiane, non ha avuto modo di documentarsi e di riflettere in modo approfondito su questo aspetto. E adesso vi spieghiamo perché:
A) Parlano di informazione sessuale e non di educazione sessuale. A tal proposito vorremmo sottolineare che sarebbe invece più opportuno ampliare gli orizzonti che loro racchiudono ad una semplice informazione medica sulla protezione dalle malattie o sul controllo delle nascite. Entrando nel merito della sessualità, infatti, c'è di più e lo abbiamo accennato nei nostri tre incontri dove abbiamo evidenziato che, in estrema sintesi, per parlare di una sessualità veramente umana si deve necessariamente parlare della persona tutta intera, fatta di corpo e di spirito, di amore (diversamente si deve rinunciare all'aggettivo “umana”); una sessualità che dunque coinvolge sia la biologia del corpo che i valori della relazione.
E a tal proposito, scusate, ma che relazione di coppia è quella a cui fa cenno suor Maria quando dice che “l'uomo è fatto per chiedere e la donna per negare”? La sessualità umana può divenire vera e bella solo se all'interno della coppia è vissuta alla pari, nella reciprocità, nel rispetto altrui, nella donazione profonda, nell'amore, nella condivisione delle responsabilità, ecc,.
B) Volendo evitare di approfondire qui l'aspetto dei valori che in modo imprescindibile accompagnano la sessualità, ma che ci porterebbero ad una riflessione più lunga (già per altro accennata nel percorso prematrimoniale che state facendo), torniamo all'aspetto della regolazione della fertilità:
La suora dice “(no preservativo) perché non è volontà di Dio; ... perché fai l'atto,ma non fai venire la creatura. E' solo per un piacere.
Beh, se parliamo così di regolazione di fertilità si dà un messaggio distorto.
Noi nell'incontro dedicato a questo aspetto crediamo di essere stati chiari quando, facendoci semplicemente portavoce del pensiero della Chiesa, abbiamo detto che la coppia davanti a Dio può serenamente regolarsi, e quindi valutare il proprio progetto procreativo, basandosi su seri motivi e secondo coscienza, tenendo conto del valore della generosità (importante in tutta la vita di un cristiano), di una generosità chiamata comunque a confrontarsi con un'umana e cristiana responsabilità chiamata a tenere conto del bene sia personale che dei figli. Tra l'altro fa parte proprio del progetto di Dio, delle leggi della natura, secondo i ritmi propri della fertilità umana, che non da ogni atto coniugale nasce una vita. Dunque avere rapporti coniugali nei periodi infecondi, in cui c'è la volontà di evitare il concepimento per ragioni plausibili, non è contro Dio. Vi abbiamo già detto che la sessualità coniugale ha anche altri nobili fini oltre a quello procreativo e che il piacere insito nel fare l'amore è voluto da Dio. Nella purezza dell'amore coniugale, ci permettiamo di dire che il piacere sessuale è un dolce dono di Dio per gli sposi.
C) Poi a proposito di regolazione delle nascite suor Maria indica il metodo Ogino (Ogino-Knauss) per riconoscere il periodo fertile della donna. Se vi ricordate nell'ultimo nostro incontro sulla sessualità ne abbiamo parlato e vi abbiamo spiegato che questo metodo, pur rientrando nei metodi naturali per la regolazione della fertilità, è ormai decisamente superato in quanto poco preciso ed affidabile rispetto ai nuovi metodi (Billings o Sintotermico) altamente scientifici e precisi (più del 98%). Quindi anche in questo caso la suora, e probabilmente i suoi collaboratori, sembrano rimasti un po' indietro.
D) Quindi la considerazione che in Africa la Chiesa non si occupa della regolazione della fertilità in un contesto in cui ci sono particolari difficoltà legate ad una procreazione in condizioni precarie, sia dal punto di vista sanitario che economico, è una grossa inesattezza affermata dal giornalista Golia.
Ci ripetiamo: gli sposi sono chiamati a valutare con responsabilità la scelta di aprirsi alla vita. Allo stesso modo parlare della posizione cattolica che non ammette la contraccezione, e quindi l'uso del profilattico o di altri mezzi artificiali, perché cosa non “gradita” dal Papa è a dir poco banale e riduttivo. Anche se ne abbiamo già parlato insieme, cogliamo l'occasione per ribadire che questa posizione è frutto di tutta la Chiesa, e non solo del Papa, che, riconoscendo all'uomo l'importante ruolo della pro-creazione, e dunque sottolineando il ruolo di collaborazione tra l'uomo e Dio nella generazione della vita, richiama gli sposi al dovere di non porsi come arbitri ma solo come ministri della vita. Così gli sposi sono chiamati a rispettare le leggi (ritmi) naturali da Dio volute e non possono rendere infecondo l'atto coniugale artificialmente.
4) Passiamo adesso al problema dell'AIDS e alla presunta soluzione offerta dall'uso del profilattico.
Anche questo è un argomento molto delicato, soprattutto pensando che c'è di mezzo la vita umana.
Di fronte alla domanda posta a noi, inizialmente avevamo pensato di rispondere direttamente noi, “a parole nostre”, ma, considerata la serietà della questione e avendone qui la possibilità, abbiamo deciso di riportare 5 tra i tanti articoli che hanno come protagonisti persone e studi scientifici qualificati e specializzati, attraverso i quali possiamo fare un'analisi medico-scientifica.
Avremmo potuto farne una sintesi, ma le sintesi sono sempre sintesi e in questo caso la lettura integrale è quella che offre un'informazione più completa, seppur necessita di un po' di impegno e un po' di tempo per la lettura.
Clicca su questi link per gli articoli (qui in ordine di data):
Aids e profilattico 1999 Scandroglio
--Aids profilattico 2005 Casadei.doc (33 kB)
- Aids e profilattico 2009 prof. Green
- Aids e profilattico 2011 dott. Perno
- Aids e profilattico 2012 Donadoni
Sperando di avere soddisfatto la vostra domanda, dopo la lettura di quanto da noi scritto e degli articoli di seguito riportati, aspettiamo le vostre sincere considerazioni a cui teniamo tanto.
Angela e Nino